Nel deserto

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1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2 E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5  Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6 e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani,
perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
7  Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo».
8  Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 10 Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto».
11  Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
12  Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea


Matteo 4, 1-12


Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto.

Molti di noi spesso hanno creato dentro di se questo deserto con la loro vita e vi hanno posto Gesù, credendo che l’ambiente potesse far convivere la propria Fede e il mondo con le sue incongruenze e le sue necessità.

Questa situazione convive in molti da tempo, a tal punto da non farci più caso.
Esso prolifica e si muove, avanzando e travolgendo con la propria sabbia, soffocante e calda, i nostri rapporti familiari, di coppia. 
Si legge nella pericope che dopo 40 giorni di digiuno il Signore ebbe fame.

Nella nostra pratica cristiana, spesso nei tempi di digiuno attendiamo sempre la prova dietro l’angolo, quasi essa si dovesse manifestare soltanto in quel periodo, mentre magari essa giunge a noi soltanto al termine, ovvero dopo il periodo di digiuno. Ho sempre pensato che forse quello era il tempo migliore per saggiare il nostro digiuno… proprio quando avevamo ben preparato il nostro cuore ad affrontare la prova.

Il diavolo sa bene dove e quando colpire, come un Leone egli sa quando sferrare l’attacco mortale. Calcola perfettamente ogni sforzo e il punto esatto per atterrare la propria preda. Così per noi, quando il controllo su se stessi sembra sfinire la nostra attesa, giunti ormai allo stremo delle forze, il combattente abbassa la guardia perché crede di aver superato il tempo critico e sente che il traguardo è giunto.
Il Tentatore sa bene dove colpire la sua vittima, se qualcuno ha fame non gli procurerà mai una coperta di lana, ma un pane. Conosce bene la natura umana e cerca di soggiogarla nelle sue concupiscenze, nelle inclinazioni, nei desideri e anche nelle cose sante.

La Chiesa e gli uomini di Chiesa, appunto perché privati di poter assumere un atteggiamento come gli altri uomini, definiti “ liberi “ da vincoli ecclesiastici, sono fatti preda delle lusinghe del demone di questo mondo.
Ecco perché spesso questo passo andrebbe letto con particolare attenzione e riflettuto proprio dai Ministri del Signore. Da questa esperienza di Gesù dovremmo trarne grandi insegnamenti spirituali.

Molti smaniano per il raggiungimento di alti posti nella Chiesa, noi che la definiamo smania di potere che con una definizione Andreottiana potremo coniarla “ Il potere logora chi non ce l’ha “, sfidano Dio stesso pur di raggiungere la propria meta.
La voglia di realizzazione li porta a volere essere al di sopra di tutti, percorrendo qualsiasi strada pur di giungere alla meta. Non sono fantasie, ma realtà. Il diavolo ci conosce bene, meglio di quanto conosciamo noi stessi, egli sta negli angoli della nostra esistenza, ci scruta e studia. L’uomo non ha la capacità per vincere questo confronto, ma ha in esso gli strumenti per combattere, con le armi che solo la Chiesa può fornirgli.

La più grande è l’Obbedienza e l’Umiltà.

Molti oggi ritengono che la Chiesa non sia necessaria per la salvezza dell’anima, che ci si può salvare solo in forza della propria consapevolezza o della conoscenza teologica o nel desiderio di voler servire Cristo negli alti gradi ecclesiastici.
Fuori dalla Chiesa.

A mio giudizio molti vivono come animali, privi di ragione, trascorrendo i propri giorni come il susseguirsi delle maree, nello stordimento dei sensi nei marosi della mentalità di questo mondo, dove chi è più furbo e falso ha la vittoria in pugno, non considerando che occorrerà già da questa vita fare i conti con Dio.

Questi personaggi vivono nel totale disinteresse per la salvezza della propria anima, guardando soltanto all’esteriorità delle cose, invece che all’interiorità della propria anima. Sono come un fanciullo che piange capricciosamente e dopo avergli dato un dono, smette di lamentarsi iniziando a gioire per il regalo ricevuto. Per lui non è importante ciò che può causare l’averlo ricevuto, ma soltanto l’averlo avuto.

Ecco la dimensione soprannaturale, la realtà ultima spirituale a cui Gesù vuole farci pervenire. Non il distacco dalle cose, in quanto tali, ma l’atteggiamento dell’uomo nel riceverle. Gesù ebbe fame dopo il tempo e venne servito dagli Angeli, il messaggio del Signore passa attraverso la presa di coscienza dell’uomo che il mondo non ha la capacità di potere distaccare da Cristo Gesù e dalla Sua Chiesa.
Se tu servi Dio, Dio servirà te.

Così gli Angeli, dopo che Gesù ebbe messo in fuga il diavolo e il suo pensiero luciferino, gli si avvicinarono per servirlo. Nessun uomo di Chiesa, che sia rimasto obbediente e servo fedele, è rimasto preda degli attacchi del diavolo. Provato sì, ma mai abbandonato da Dio e dai Suoi Angeli.
Gesù ebbe fame, ma ancora oggi ha fame che i Suoi Ministri agiscano come Lui, che ciascuno che si è scelto gli resti fedele, sia che viva nel deserto come nel centro della metropoli, in solitudine o in una affollata platea, sapendo attendere il realizzarsi del suo futuro nel giudizio della Chiesa guidata dallo Spirito Santo e non dagli uomini.

Ecco perché i Santi di Dio, seppure ingiustamente accusati dalla Chiesa, non replicarono mai, accettando ogni cosa come per mano del Signore. Purtroppo oggi la via stretta è stata dai più chiusa al traffico a preferenza della larga.
Mettersi in gioco, preferire la fedeltà a Dio invece che l’ambizione di raggiungere un traguardo umano, non è più la Verità ambita. Si cerca nella Chiesa ciò che la vita a queste persone ha negato o ciò che ciascuno ha perso con una condotta anticristiana.

Quale delusione per chi osserva e trae dal nostro comportamento motivo e ragione di Fede, quale esempio…
Se un Vescovo, un Prete, un Diacono sono il riflesso del Dolce Gesù sulla terra… se noi continuiamo ad assomigliare a noi stessi invece che a Gesù, come il Signore si riconoscerà guardando noi, suoi Ministri?
Possiamo soltanto ben sperare di servire il Signore e accostarci a Lui, al pari degli Angeli, quando avremo permesso di fare entrare nel Deserto interiore della nostra anima il Signore, dando mandato di cacciare via lontano da noi ciò che è in odio a Dio e alla Sua Santa Chiesa.
Ma sempre se siamo noi a volerlo!

Padre Ambrogio

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