La lusinga del peccato

 



14 «Dovevo offrire sacrifici di comunione; oggi ho sciolto i miei voti; 15 per questo sono uscita incontro a te per cercarti e ti ho trovato. 

16 Ho messo coperte soffici sul mio letto, tela fine d'Egitto; 17 ho profumato il mio giaciglio di mirra, di aloè e di cinnamòmo.
18 Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino, godiamoci insieme amorosi piaceri, 19 poiché mio marito non è in casa, è partito per un lungo viaggio, 20 ha portato con sé il sacchetto del denaro, tornerà a casa il giorno del plenilunio».


21 Lo lusinga con tante moine, lo seduce con labbra lascive; 22 egli incauto la segue, come un bue va al macello; come un cervo preso al laccio, 23 finché una freccia non gli lacera il fegato; come un uccello che si precipita nella rete e non sa che è in pericolo la sua vita.


24 Ora, figlio mio, ascoltami, fa' attenzione alle parole della mia bocca. 25 Il tuo cuore non si volga verso le sue vie, non aggirarti per i suoi sentieri, 26 perché molti ne ha fatti cadere trafitti ed erano vigorose tutte le sue vittime. 

27 La sua casa è la strada per gli inferi, che scende nelle camere della morte. (Prov. 7,14-27)



Il rapporto dell'uomo con il peccato, è come l'attrazione che subisce per il forte desiderio per una donna.
Un qualcosa che prende il cuore e lo fa vibrare come una corda di violino, qualcosa d'irresistibile.

Ammalia cuore, corpo e spirito, e lo fa vivere in balia del desiderio che lo richiama e attrae a quella passione, che appare davanti a se come irrinunciabile.

Questo è il peccato, l'inganno dell'anima.
Naturalmente il diavolo conosce bene l'arte del sedurre questa povera creatura che siamo noi. 
Offusca la mente e non fa comprendere o meglio individuare il carico d'inganno che porta in se.

Il discernimento scompare dal nostro proposito e diventiamo come una foglia trascinata dall'impeto delle acque del fiume, che scorre inesorabile.

Trovare la forza di dire no al peccato è molto difficile, ma stranamente ce ne accorgiamo sempre dopo, quando ci siamo sedati, quando abbiamo soddisfatto la bramosia del momento e ci ritroviamo soli  con il capo chino a riflettere sull'errore commesso.

Questo rappresenta già in se una grazia, molti non riconoscono in se neppure più il peccato.
Occorre quindi rialzarsi e iniziare a prendere il serio proposito di non voler ricadere.

Occorre farsi coraggio, ma questo combattimento, questa metamorfosi della nostra vita, non possiamo intraprenderla da soli. 
Occorrerà una guida che ci aiuti in questo percorso e da parte nostra, tanta volontà e umiltà nel sottomettersi.
Non possiamo pretendere di trovare da noi le soluzioni, se da noi abbiamo abbracciato il peccato.


Occorre che da noi iniziamo a pregare molto, a mortificare i nostri sensi, chiedendo a Dio l'aiuto nel ricercare nella Chiesa chi possa aiutarci a sconfiggere le nostre passioni.

Essendo delle creature deboli, nulla è possibile a noi, ma tutto è possibile a Dio e il Signore non si lascia superare in generosità.

Egli desidera che nessun figlio cada in perdizione, con questa fiducia, iniziamo a trovare la forza per allontanare da noi tutte quelle tentazioni che ci portano lontano da Dio ed Egli si farà visibile a noi con la Sua Grazia.

Padre Ambrogio



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