Quarantena




“1Ed entrò di nuovo a Cafàrnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati".
6Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7"Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?".
8Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri cuori? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". 12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!".


Siamo alla seconda Domenica di Quaresima.

Un miracolo si pone agli occhi di quegli uomini, uno ai nostri ogni volta che ci accostiamo ad un Prete per confessare i nostri peccati.

La Quaresima è un tempo privilegiato in cui tutti noi che crediamo, viviamo un tempo di riscoperta, di rinnovamento, di introspezione.
Per questo accompagnamo il tempo che stiamo vivendo con particolare silenzio, nella rinuncia alla nostra libertà, la rinuncia delle cose materiali di cui giornalmente ci circondiamo.
E' questa la vera Quaresima.

Una Quarantena che volente o nolente ci porta alla riflessione, alla rinuncia. Come fruttificare questo tempo messoci a disposizione.
Offrendo a Dio le nostre rinunce e cercando di essere persone migliori.
Chi dice di conoscere Dio e dice di amarlo, non vive questo tempo nella continua agitazione. Se invece lo fa, vuol dire che non ha mai rinunciato a nulla nella propria vita, prima di tutto alla propria volontà e che a parole ha detto di aver digiunato e aver offerto tutto a Dio. 
Ha forse digiunato non mangiando questo o quell'altro alimento, ma in cuor suo è rimasto soltanto un bambino capriccioso che si è  disfatto soltanto del giocattolo che non vuole più...mentre il preferito lo trattiene a se.

Una Quaresima si fonda anche nella rinuncia al nutrimento dell'udito, a quello degli occhi, a quello della lingua per riscoprire se stessi. Un'occasione questa per guardare dentro se stessi, in silenzio...
E' proprio questo il dramma dell'uomo moderno, non saper più tacere prima con se stessi e poi con gli altri.
L'arte del silenzio, quella che i nostri asceti hanno coltivato nelle celle e nelle grotte dove ricercando il silenzio assoluto si mettevano all'ascolto dell'Assoluto (Dio).

Una Quaresima non si fonda sul giudizio verso gli altri, rivedendo nei nostri occhi i torti che abbiamo subito, ma non quelli che abbiamo commessi. Le nostre mancanze, verso noi stessi e verso il prossimo.
Quei comportamenti che intimamente sappiamo essere stati in conflitto con Dio ma che invece hanno ingrassato il nostro orgoglio, la nostra autostima.
La Quaresima deve dimagrire non il nostro giro vita ma il nostro Ego, togliere da noi quel prurito che continuamente ci ricorda che siamo sempre migliori degli altri e gli altri creature inferiori.

La Quaresima non deve solo buttarci con il volto per terra, che struscia il pavimento per essere visti e considerati degli Ortodossi santi. 
Quella è la Quaresima degli ipocriti. 

La Vera Quaresima deve seppur farci restare in piedi, ma farci sprofondare nell'abisso del nostro nulla e della nostra miseria.
Ecco cos'è il vero pentimento. Fin quando il nostro Ego ci farà vivere nell'attico del nostro grattacelo d'orgoglio, guarderemo sempre tutti dall'alto al basso, senza magari vedere proprio tutti  coloro che vivono ai nostri piedi, perchè li consideriamo così distanti...

La remissione dei nostri peccati implica il vero pentimento dai nostri peccati e il giusto atteggiamento interiore e la volontà al cambiamento.
Gesù quando avrà visto in noi la volontà di voler cambiare la nostra vita, dirà prendendoci per mano:
"Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina... "

Così ciascuno di noi proseguirà il suo cammino verso il Regno, certi che Cristo è nostro compagno di viaggio perchè Dio sarà sempre al nostro fianco, perchè non si vergognerà di noi considerandoci suoi discepoli.

Padre Ambrogio     


Commenti

Post più popolari