Pensieri


Conservo nel cuore le Tue Parole...



25 Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor.
26 Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di Babilonia, 27 il re prese a dire: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della mia potenza?».
28 Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce venne dal cielo: «A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto! 
29 Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole». (Da 4:25-29)


L'uomo ricco e potente pensa che tutto ciò che possiede non si allontonerà mai da lui, che tutto resterà sempre legato a lui perchè gli appartiene.

Ormai divenuto suo possesso, non potrà mai distaccarsene e vive e si crogiola del suo bene più intimo che è la ricchezza, il potere, la gloria, il predominio sugli altri, per affermare la sua immagine, per innalzarsi sul mondo.

L'orgoglio sfrenato dell'uomo potente, vede e considera tutto ciò che lo circonda, come sgabello dei suoi piedi e non avvertendo nella sua vita la presenza di Dio, ritiene stoltamente di essere egli stesso un dio, perchè non c'è nessuno che lo possa abbattere.

Il mondo è pieno di questi uomini folli, oggi esistono molte di queste follie partorite da menti malate, che ritengono che il mondo gli appartenga, mentre gli altri sono soltanto degli ospiti.
Dio non tarda nella risposta, non tarda nell'abbattere l'oppressore.

Soltanto che ha i suoi tempi e spesso tarda nel rispondere, perchè l'uomo comprenda che non avrebbe mai dovuto dubitare della sua presenza salvifica.
Molti credono che stia tardando o che si sia dimenticato della sua creatura, quasi che fosse fuggito via avendo visto le brutture di questa generazione.

Egli, l'Eterno, osserva e attende che il cuore dell'uomo si volga totalmente a Lui, che come bambino chiami a squarciagola il nome del Padre, con fiducia, chiedendo soccorso, non come una bestemmia.

Egli così si china,  soccorre l'orfano, la vedova, riveste il nudo e dona cibo all'affamato, si cura di chi si riconosce in Lui e Lo ama di vero cuore.
Colui che sappia pronunciare con cuore innamorato " Abbà ".  

Padre Ambrogio

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