Il richiamo

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Viviamo tempi difficili, di grande confusione e di grande orgoglio.
Certamente i nostri giorni sono pieni di distrazione, che conducono la mente e l'anima in uno stato di totale esaltazione, sospinti qua e la da ogni soffiar di vento.

Troviamo queste parole anche sulle labbra di San Paolo, quando definisce gli ultimi tempi, laddove gli uomini vengono accarezzati da ogni soffiar di inganni e sono preda di calunniatori.
Ma se il nostro cuore non è ancorato all'obbedienza e all'umiltà, se i nostri propositi non sono fermi, allora dove stiamo volando?

Diveniamo simili a degli aquiloni che vengono sospinti dal vento e per la loro leggerezza spirituale vengono sbattuti dal soffiare impetuoso dell'aria. Un uomo li dirige con un filo sottile da terra e decide lui dove farli andare e cosa devono fare, obbligandoli a mille evoluzioni; trattenuti da uno spago sottile che è simbolo dei nostri desideri.

Noi oggi desideriamo ciò che magari sul momento non siamo pronti ad ottenere ma che vogliamo a tutti i costi subito; l'uomo che ha in mano il filo e conduce l'aquilone, è animato dal serpente ingannatore, sa manovrare lo spago che simboleggia questo desiderio.

Egli promette di esaudirti ma chiede che resti vincolato a lui, e una volta legato ne diventi schiavo per sempre, finchè il vento smette di soffiare. A quel punto cadi rovinosamente per terra, rendendoti conto che eri un nulla, che eri preda del vento e prigioniero di un uomo, soltanto vittima di un desiderio sottile e fragile, come quello spago che ti faceva prigioniero di te stesso.

Il cristiano è diventato questo aquilone? 
Anche dentro la Chiesa come nella politica e nella vita, esistono coloro che ti promettono qualcosa, ovvero mostrano come dalla loro parte si sta meglio rispetto a dove ti trovi. Ti dicono che è facile saltare dalla tua alla loro barricata e che una volta fatta la scelta, non avrai più problemi e che otterrai ciò che il tuo cuore desidera da tempo, perchè è giusto che tu lo ottenga.

Ho voluto proporre questa mia riflessione, per far intendere a quanti sono nell'indecisione, che si può ascoltare questo "richiamo", ma che esso può provenire solo dal serpente ingannatore; quest'ultimo ti chiederà di rinnegare la via stretta, quella costruita nell'attesa, fatta d'obbedienza e sacrificio, proponendo in cambio una via mielosa, facile, adorna e profumata ma che, come i fiori dopo il profumo iniziale iniziano ad appassire, donando non più quel dolce profumo ma il tanfo irresistibile della decomposizione.

Così è la vita e le nostre scelte quando non sono secondo Dio. Sembrano belle all'inizio e ci producono soddisfazioni, ci sentiamo appagati ma poi...quando il tempo mette a posto ogni cosa e gli entusiasmi e i toni trionfalistici decadono, arriva il momento che i nostri piedi posano terra, facendo esperienza di trovarci in un pianeta solitario, disadorno e freddo, peggiore di quello che avevamo abbandonato.

Il richiamo ad una vita che all'apparenza può sembrare monotona, fragile, fatta di incertezze, non è sinonimo di inutilità per come il mondo ci vuole dimostrare, costruendoci questi falsi miti che osserviamo giornalmente in televisione, propinati quali esempio di successo, gioia e felicità.

In effetti la nostra vita è coerente con ciò che noi pensiamo e in ciò in cui crediamo.
E' vero, esistono i rovesci nelle medaglie e seppur gloriose, sono sempre delle medaglie che vengono consegnate per un impegno, per una costanza e una fedeltà che ha messo a dura prova il carattere di una persona. Così nella vita, così nella Chiesa, così nel Regno di Dio.

Pertanto ci vuole molta più forza a restare al proprio posto, subire anche le incomprensioni, farsi piccolo a costo di essere schiacciati, che fuggire accettando un passaggio dal primo che passa in macchina e si ferma al volo. 
Quello non sempre è il Buon Samaritano...    

Il mio " Richiamo" questa settimana vuol essere una provocazione, uno stimolo alla riflessione, ad una pausa di silenzio, a mettere da parte ciò che la nostra avidità umana brama a tutti i costi, al contrario per farci piccoli e ultimi proprio come il Signore Gesù Cristo ci ha comandato di essere " Chi vuol essere il primo, si faccia ultimo e servo di tutti ".

Nella Chiesa come nella vita, se non troviamo la forza di azzerare il nostro orgoglio dove finiremo?....per terra, come quell'aquilone.

Una buona settimana e pregate per me povero peccatore.

Padre Ambrogio

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