Le carezze di Dio


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Spesso le cose che dico ai miei amici, le ripeto a me stesso.
Tutto ciò che rivolgo ad altri è sempre frutto di una convinzione vera e sincera, frutto della mia piccola esperienza spirituale, della sofferenza, del cammino di conversione che è appena iniziato e che cerca affannosamente dei punti d'appoggio dove iniziare i primi passi.

Ho molti riferimenti, ma anche io sono un uomo in cammino e alla ricerca della " Fede " .
Siamo sì dei servi, ma quanto ci culliamo di ogni piccola soddisfazione spirituale, in consolazioni effimere, invece di metterci in discussione attimo dopo attimo.

Non possiamo guardare all'Amore di Dio come qualcosa di quantitativo, l'Amore è simile alle essenze, non le trovi in grande quantità, spesso è custodito in piccoli contenitori ma se lo liberiamo fa tanto profumo.

Dio è come quei Padri che baciano i propri figli mentre dormono la notte, per non viziarli e per non farsi scoprire. 
Certe volte dona anche delle bellissime carezze con le quali si riesce ad affrontare quegli istanti di indecisione, difficili o di stasi della vita, nella propria attività lavorativa, in famiglia, con gli amici, in strada, nel quotidiano. E' lì che lo incontriamo molto più spesso di quanto si possa immaginare. 

Un oculista quando guarda attraverso gli occhi di chi ha problemi, vede in quegli occhi come immagini spente, un universo che sembra annebbiato. Così è lo stato di coloro che ritengono da se di seguire Dio senza un discernimento, senza un compagno di viaggio.

Oggi si è convinti di essere dei vedenti o addirittura degli oculisti, tali da poter essere delle buone guide per ciechi, solo per il fatto di saper trovare le parole giuste al momento giusto.
Si diventa dei forbiti parolieri ma sostanzialmente non si ha quella esperienza necessaria della vita per trasferire Cristo nel cuore di chi piange o di chi deve essere corretto da una vita spirituale sbagliata.

Si guarda al proprio egoismo, al proprio tornaconto spirituale, anche se tutto ciò può ritorcersi a danno di quella creatura.
Non si ha più a cuore il bene dell'anima altrui.

Per comprendere a fondo il problema altrui, occorre avere una vita vissuta in comunione con Dio, acquisire quella santa confidenza e soltanto se sussistono queste condizioni, si potrà trasferire la giusta direzione da percorrere. 
In effetti, nessuno può trasferire ad altri ciò che non ha dentro, e questo è davvero patetico quando qualcuno per il sol fatto di essere un Ministro pensa di potere dare solo in forza dei galloni sulle spalle.  
Medico cura prima te stesso. 

Penitenza, preghiera, digiuno sono un'opportunità per imparare ad inginocchiarsi e chiedere perdono a Dio e a chi abbiamo ferito con il nostro comportamento. 
Perdono per la nostra presuntuosa cecità davanti a tutti e al Signore, per le cose senza senno di cui ci siamo circondati, tutti sono soltanto atteggiamenti effimeri.

Con un atteggiamento umile, le nostre incapacità, le mancanze di coraggio, le nostre debolezze, acquistano vigore per saperne trarre una crescita spirituale.

Siamo uomini, soltanto uomini che cercano la santità, non per essere immortalati in un dipinto ma al cospetto di Dio. 
Gesù ci ha chiesto di essere santi com'è Santo il Padre che è in Cielo.  
Divenire riflessi di questa santità, nella nostra umanità, con i nostri limiti, le nostre problematiche rappresenta il compito che ciascuno di noi deve portare a termine.

Si comincia questo cammino per essere un buon Cristiano per il fatto semplicissimo di chiedersi e mettersi in discussione, è un cammino di conversione, ma guai a chi si ritiene un " arrivato ". 

Sono felice di mordere il morso dietro le manchevolezze e sento sempre nel cuore la voglia e la forza di chiedere e dire “ Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore “.

E' ciò che faccio almeno mille volte al giorno, provatelo anche voi, per cambiare la vostra vita e così facendo il mondo intorno a voi.

Padre Ambrogio

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