La Morte







La morte non è un qualcosa che si ama, la si prende su di se per forza, perchè ella stessa ci prende!
L’accetti o no, ella ti farà suo obbligatoriamente.
Devi soltanto comprenderla, spesso non ne hai neppure il tempo per farlo, devi soltanto abbandonarti a qualcosa che è più grande di te, più forte, qualcosa di divino che entra prepotentemente nella tua vita e la ruba via. 

Dio è vero che ci lascia liberi di decidere, ciò che è bene e ciò che è male, ma non siamo liberi di nascere o di morire, quello no! 
Si vede la vita come una fiaba, qualcosa di turchino, un'esistenza fatta di alberi da frutto, dai quali raccogliamo soltanto quelli che più ci piacciono ma un giorno Dio ci dice “ vieni a me!” e nessuno puoi fuggire.
Accade ad ogni papà e mamma, accadrà a te, a me...a tutti noi, nessuno è esente!

Questo evento ci pone davanti al ragionamento nel quale comprendiamo che questa vita, non è che non abbia senso, al contrario, ha un senso diverso da quello che sino ad oggi le abbiamo attribuito. 
Comprendiamo che vivere non è soltanto ridere, divertirsi o avere tutto ciò che ci piace, ma è anche pianto, malattia, tradimento, morte, solitudine.
La vita è tutto questo! 


Ci sono fratelli che vivono questa seconda visione della vita, loro sono forse più preparati di noi. Forse siamo dei bimbi pasciuti che un giorno seduti a tavola qualcuno gli dice: “figlio mio oggi non si mangia”: che trauma!! 

In quel momento si ribella tutto l'essere, in quanto non si accetta la decisione di Dio.

Il reagire al dolore che ti provoca la morte di una persona cara, non lo vedo come un segno negativo, anzi. Vuol dire che abbiamo maturato una sensibilità particolare e che ha messo allo scoperto cose che ad altre donne o uomini ha lasciato completamente indifferenti, perchè ha toccato soltanto il lato effimero dell'evento, i soldi, l'eredità!
Il chiedersi, il mettersi in discussione, è proprio un momento di grazia, che il trapasso ad altra vita di una persona cara, ha voluto far ordine in quello che si doveva ordinare nel nostro cammino di Fede, cioè il distacco o la purificazione da alcune cose, prima di tutto, dalla vita stessa.

Essere completamente protesi alle cose future, quel guardare e vedere con occhi diversi, senza fissare gli oggetti che ti vengono innanzi, cercando di scrutare oltre l'orizzonte. Questa esperienza ci matura, anche se in maniera sofferta, ci renderà forse più cristiani di quanto non lo eravamo.

Distaccare il proprio cuore, comunque, non significa non apprezzare i doni di Dio, significa invece usufruire di quanto abbiamo avuto "affidato", che nulla ci appartiene, anche gli affetti, gli amori, i nostri genitori.
Nel libro di Giobbe, sta scritto così: “ Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia fatto come al Signore è piaciuto.” ed ancora....” Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi ritornerò.”
Sono  queste espressioni che ci parlano della nostra condizione.

Voglio raccontare un avvenimento che mi accadde nel 2001. Acquistai un libbricino che trattava il tema della morte e la sua preparazione.
Inizialmente non compresi perché il Signore avesse permesso che io lo leggessi. Successivamente compresi che Dio mi stava preparando a qualcosa. 
Mentre lo leggevo, il mio Padre Spirituale di allora fu ricoverato urgentemente in ospedale, dove non ne sarebbe più uscito vivo. Piansi per quasi un anno intero, poi il mio dolore entrò in una dimensione diversa, ed allora compresi che il Signore mi aveva preparato a quel distacco tanto doloroso con la luce della fede di quel libbriccino spirituale. 
Ciò che mi chiedevo mentre leggevo quello scritto, lo rividi realizzato dopo poco tempo, lì proprio al mio fianco, eppure qualcuno potrebbe spiegare tutto come una mera coincidenza…ma la Fede non crede alle coincidenze!!

Padre Ambrogio

La foto non è di proprietà dell'autore del presente scritto

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