Non temere, siamo tutti davanti a Dio.




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Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. (Mt. 10.26)



Chi ha una coscienza pulita e agisce al cospetto di Dio, non teme i giudizi o le illazioni che possono giungere da ogni parte.
E' molto facile lanciare la pietra e nascondere il braccio, specialmente quando ogni uomo può essere bersaglio di questa lapidazione, che giunge da ogni parte e dai più intimi.

Molti soffrono delle incursioni verbali se ne vengono a conoscenza, ma fortunatamente per loro, il più delle volte restano celate.
In ogni caso però, la delusione è grande, in quanto non ci si attenderebbe mai da chi magari hai amato fino a ieri, che oggi ti pugnali. Questa è la vita, cosí è stata fino ad oggi e cosí sarà fino alla fine.
Nessuno pensi di cambiare il mondo...

L'atroce verità è che ciascuno di noi non si rende più conto, che diventeremo come un vecchio ritornello che nessuno canta più...nessuno si ricorderà di noi dopo qualche tempo. Il tempo inghiottirà le nostre parole, il nostro operato, il bene compiuto...
Il male resterà qui sulla terra e riecheggerà fino a che esisterà l'ultimo testimone di quella cattiva azione!

Quale amore avrei dovuto dare, oltre ciò che ho effuso dal mio cuore dilatato per te?
Questo è quanto ciascuno si chiede nel cuore e nella mente quando viene colpito.
È pur vero che l'uomo è un insaziabile animale, sempre assetato di sangue. Atterrata una preda ne cerca altre, finquando troverà chi atterrerà lui.
Questa è la storia del male.

L'Amore comunque è quello del Cristo e non il nostro.
Noi siamo dei meschini, che calcolano e vomitano veleni mortiferi, anatemi.
Vendiamo per due soldi i nostri fratelli di sangue, pur di riceverne un privilegio terreno.
Cristo alle accuse non rispondeva, ma taceva rimettendo al Padre, che tutto vede e conosce.
Egli comunque ci Ama, nonostante magari noi gli voltiamo le spalle, lo rinneghiamo, lo tradiamo, lo insultiamo con le nostre parole ed il nostro agire contrario ad ogni sua regola.

È proprio la disobbedienza adamica, che resta nel cuore dell'uomo dagli albori della creazione, il motore che muove ogni azione che tende l'uomo a volersi innalzare oltre il posto datogli da Dio.
Essa fu la causa della sua decadenza, la perdita della Grazia concessagli dal Creatore e il suo patto con satana.
L'orgoglio condiviso con il diavolo, nell'innalzarsi sopra il proprio stato, per ricevere un posto di privilegio che sembrava Dio non gli avesse dato, o che forse avrebbe dovuto pazientare ed attendere con maggiore zelo.

Fu Adamo ad aprire il proprio cuore a Satana...ascoltando il suo sibilo...divenendo anch'egli simile a lui, disobbedendo a Dio e pensando ciò che era meglio per lui.
Il Cielo pianse per questo...e ogni uomo piange in cuor suo nel vedere un'anima in un simile stato.

Il mio comportamento molte volte da alcuni viene interpretato come codardia, quando accetto di chinare il capo e restare in silenzio, quasi fosse un acconsentire le accuse.
Da altri invece vengo dipinto come un intransigente, una persona sorda a comprendere...le stranezze altrui, magari quando è bene reagire per scuotere la coscienze rivoltose a Dio.
In effetti non sai mai come dovresti comportarti per salvare capri e cavoli, seppure a qualcuno non va mai bene nulla.
Ed in effetti oggi sembrano buoni e bravi coloro che concedono tutto e non dicono mai di no. Chi invece indica una via, che spesso è contraria al proprio stile di vita, allora diventa un dittatore spietato.

Nella mia matura età, ho compreso una lezione encomiabile: il silenzio di Cristo!
Le sue poche parole pronunciate nel momento dell'accusa subita nel sinedrio, nella violenza sofferta, riecheggiano nelle mie orecchie.
Sento subito dopo la voce del Maestro che sussurra dolcemente al suo servo: Chi vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua!

Il silenzio è il digiuno più sublime, perchè sapendo la Verità, taciamo volontariamente, prendendo il peso dei peccati altrui cosí come il Maestro ha preso per il passato i nostri, condividendone con Lui la via dell'incontro con il Padre.
Il Maestro ne porta il peso maggiore di questo peccato, ma giunti sulla croce della speranza, spero nel mio cuore di essere oggi stesso con Lui in paradiso insieme a quanti muovono guerra, perchè almeno allora chiedano umilmente perdono a Dio con un cuore dilatato.
Questo ci fa capire che non siamo soli lungo la strada del supplizio, e che le forze delle tenebre agiscono spesso servendosi anche inconsapevolmente di coloro che avevamo beneficato e amato tanto, ma che trascinati dall'orgoglio mondano, hanno trasformato i propri cuori da vasi di nardo profumato, in cloache di impurità.
Prego perchè il Signore abbia Misericordia di tutti.

Padre Ambrogio

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