Impuro

 


Poi riunita la folla disse: «Ascoltate e intendete! 
Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!».

Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. 
 Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. 
Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo».



La cattiveria è una delle attentatrici alla salvezza dell'uomo.

Spesso perdiamo il controllo di noi stessi, dei nostri sensi, della psiche e partoriamo dal cuore o dalla mente immaginazioni che si concretizziamo con comportamenti o parole.

Nessuno infatti, pensa, riflette, respira, chiede allo Spirito Santo di essere illuminato nel dare la giusta risposta o agire secondo Dio, ma ciascuno solitamente si comporta come gli altri fanno, violentemente o con arroganza verso il prossimo...

Spesso si giudica soltanto da ciò che si vede, da uno sguardo, una frase.


Ci si ferma all'esterno del guscio  di quanto si vede, ma per la rigidità che si crea nel nostro cuore, non si vuole guardare dentro; quasi ad aver paura di scoprire cosa si può celare nell'altro che tanto ci infastidisce.


Ci fidiamo molto spesso del nostro intuito, del fiuto che ci autodefinisce scrutatori di coscienze, ma spesso sono soltanto dei fiaschi le nostre interpretazioni.

Ecco perchè, non dovremmo giudicare nessuno, e seppure siamo chiamati ad esprimere un giudizio, dovremmo essere prudenti, parsimoniosi nel parlare, senza lasciarci sfilare via dal cuore, concetti che poi non corrispondono al vero.

Gesù ci mette in guardia dalle false congetture che spesso ci facciamo degli altri. 


Dal cuore escono spesso le cattiverie e i giudizi che sono  inganni dei nostri sensi.

Dal di dentro si cova l'odio verso l'altro, il risentimento, l'io ferito, sentiamo aperte le nostre ferite che sanguinano ed allora reagiamo violentemente.

Cosí non è in forza di un digiuno che diverremo spirituali o più buoni, ma solo se avremo compreso che l'uomo di Dio si costruisce dal di dentro e non dal di fuori, con il tempo, la volontà di voler cambiare e la Grazia che chiediamo a Dio.


Non è privandoci di un cibo che piegheremo il nostro io interiore, ma sottometteremo la nostra alterigia, il nostro vivere quotidiano sulla cresta dell'onda, attraverso un lavorio interiore che ci farà soppesare ogni parola che diciamo, ogni gesto o comportamento che è in dissonanza con i voleri di Dio.

Troveremo la forza di dire no al peccato, solo quando riusciremo ad amare chi ci condanna e ci denigra, accorciando la distanza nella strada verso il Regno, altrimenti resteremo davvero tanto lontani dalla meta e procederemo con quella lentezza tipica di chi fa l'autostop.


Occorre guardare all'essenziale, alla sostanza delle cose, non ai concettualismi o le apparenze; soltanto allora il nostro digiuno sarà vero, assumerà significato e sarà gradito al cospetto di Dio.

Il mondo è sommerso da parole inutili, più che gli oceani sommergono la terra, e la vita è diventata un deserto di incoerenza davanti a Gesù.

Il mondo è sommerso dal peccato e l'uomo non si accorge più che è divenuto parte del suo quotidiano, perchè è stato assorbito dal mondo e il peccato non lo avvolge ma è in lui. 


La legge dell'uomo moderno dichiara che Dio deve essere cancellato totalmente dalla coscienza, cosí l'umanità potrà seguire un'etica comune, una morale universale dettata da coloro che saranno i nuovi " Padri Fondatori " di questo pianeta globalizzato.

Una religione che metta tutti d'accordo, dove uno sarà il dio di tutti e tutti adoreranno questo falso dio.


Soltanto dall'uomo rinnovato procederà la pace, mentre da Dio adorato sino ad oggi è provenuta soltanto la guerra, divisione, morte. 

Questa è " l'ecumenica " legge dell'anticristo, a cui molti hanno già aderito formalmente, altri hanno accettato nel proprio cuore, altri ancora resistono.


Padre Ambrogio

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