La Pazienza
Cosa possiamo scrivere o dire riguardo la virtù della pazienza;
molti asseriscono di esserlo, molti sono convinti di possederla, ma fino a
quando l'uomo può spingersi oltre mantenendo l'autodominio.
Questo é molto difficile da comprendere, ed ancor più
difficile comprendere fino a quando saremo capaci di sopportare le altrui
azioni moleste.
La Sacra Scrittura ci chiede di esercitarci ad essere
miti, a portare i pesi gli uni degli altri, sopportandoci a vicenda.
Seppure nell'ascolto di tutto ciò, spesso il
nostro cuore è infiammato di buoni propositi, nel momento in cui qualche
evento della vita si dimostra ostile, subito ci infastidiamo reagendo magari in
maniera spropositata.
É pur vero che certi personaggi sono stati dotati da
madre natura di un carisma particolare per far incendiare la gente e sanno
esercitarlo meglio di come noi sappiamo utilizzare l'autodominio, questo
però non ci abilita all'uso di una condotta combattiva.
Con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza,
sopportandovi a vicenda con amore. ( Ef 4:2 )
Ma é così facile sopportarsi con "amore"?
Risulta davvero impossibile per la nostra
società, intessuta di comportamenti frenetici, fatta di risposte
immediate e pungenti, dove non si riesce più a saper attendere il giusto tempo
per ogni cosa, dove l'autostima ha preso il sopravvento nel DNA caratteriale.
Siamo campioni nel bruciare le tappe della vita, così
siamo stati educati dai nostri genitori e dai consimili che frequentiamo, ma
non nel saper attendere che la Volontà di Dio si manifesti a noi in ogni
questione.
Il tagliare in ritardo il traguardo rispetto agli
altri, genera difformità ed un senso quasi di repulsione per coloro che non ce
la fanno, classificandoli nella scala di valori dei falliti.
Un comportamento totalmente difforme agli insegnamenti
evangelici della comprensione e amore.
L'uomo contemporaneo ha frenato in se stesso l'istinto
primordiale dell'amore e cioè quella capacità di saper attendere che l'altro
arrivi insieme nel grande traguardo della vita, mentre ha dato spazio a quella
insulsa mentalità di concepire il secondo, come colui che non é prossimo a
nessuno, un soggetto che non desta interesse.
Qual'é allora il motivo per cui mi devo fare prossimo
ed avere pazienza per i suoi limiti?
Nessuno vuole essere prossimo di un perdente...tutti
vogliono salire sul carro del vincitore, anche se anch'essi poi sono dei
perdenti...pur non rendendosene conto a causa della loro cecità e orgoglio
spirituale e umano.
Sapendo che la prova della vostra fede produce la
pazienza. ( Giac 1:3)
Pertanto riflettendo bene, costatiamo che la causa del
non essere pazienti é generata dalla nostra fede che é molto sottile.
L'Amore genera la comprensione e quando si apre il
cuore verso l'altro, si riesce ad entrare anche dentro la sua vita, con tutte
le sue problematiche.
Ma seppure bene armati di santi propositi, noi spesso
ci troviamo di fronte alla "prova" della nostra fede disarmati. Come
mai?
Probabilmente perché abbiamo abbassato la guardia e tutto
ciò che abbiamo detto fin qui, ne abbiamo avuto solo una conoscenza teorica e
non pratica.
La mancanza di esperienza spirituale vissuta sul
campo, ha fatto di noi dei guerrieri bene armati, ma che non conoscono l'uso
delle armi.
Quindi seppure cristiani, siamo divenuti nella nostra
vita degli scristianizzati, perché le nostre opere sono simili a quelle dei
pagani.
Ecco perchè siamo divenuti oggetto di critica, non
sappiamo più chi siamo, abbiamo perso la nostra identità, il nostro vero
Carisma e ci facciamo condurre dalle politiche, dagli inganni del mondo che ci
fanno credere che aderendo alla loro filosofia siamo dei buoni cristiani.
Non siamo più delle creature speciali, per cui
richiamare attenzione o ammirazione, ma siamo diventati oggetto di scherno,
se non assimilati ai più che sono parte dei perdenti.
Che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se
avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza,
ciò sarà gradito davanti a Dio.( 1P 2:20 )
Purtroppo
nel fare il bene occorre prepararsi all'ingratitudine.
Per sopportare questa condotta che si ritorce contro di noi, soltanto la pazienza, che é un dono, riuscirà a spegnere il fuoco che incendia il nostro cuore.
Per sopportare questa condotta che si ritorce contro di noi, soltanto la pazienza, che é un dono, riuscirà a spegnere il fuoco che incendia il nostro cuore.
Infatti non c'é prova più atroce del giusto
calunniato, o dell'innocente colpevolizzato; se riusciremo a spegnere i dardi
infuocati che Satana avrà saputo accendere contro di noi, la pazienza sarà
divenuta parte della nostra esperienza spirituale e quindi di tutta la nostra
esistenza, dando una testimonianza autentica di vera cristianità.
Il Signore non ritarda nell'adempiere la
sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo
che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. ( 2P 3:9)
Padre Ambrogio
Padre Ambrogio
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