25 Dicembre \ 07 Gennaio: Santo Natale Ortodosso




Siamo ogni anno di fronte a questo avvenimento universale, che fa incantare i cuori anche a coloro che non riescono ad incantarsi più per nulla; certamente parlo di ciò che Dio nel corso dei secoli perpetua nei ricordi e nei nostri cuori: ” Il Santo Natale”.

Per giungere a questo avvenimento particolarmente preparati, bisogna essere pronti ad accettarlo dentro “ la grotta ” del nostro cuore; questo bimbo che ha attraversato l’eternità per giungere a noi. Che mai ha dimenticato un Natale e mai lo farà sino alla fine dei tempi, del nostro tempo che ci è stato concesso ancora di vivere in questo mondo.

Noi ormai non siamo più abituati a guardare il cielo, ad estasiarci delle stelle, dell’universo, ma i Magi non erano uomini che camminavano a naso in su. Non uomini con la testa per aria.
Di fronte a tutto questo ed altro, ho sempre cercato conforto, aria pulita di cielo che dà energia e senso alla vita, nella preghiera. Questo credo basterebbe a comprendere cosa è il fascino e l’incanto di un’attesa dolce, desiderata. Un tempo che trascorre con ritmo incalzante, dove le settimane susseguendosi sembrano incarnare in se e trasmettere il valore del desiderio. Sì il desiderio della rinascita.

Se il Natale non è condiviso con Gesù, non faremo parte di questa gioia che i Cieli narrano e non sono capaci di contenere, che gli uomini insieme agli angeli del Cielo annunciano “ Gloria a Dio nel più alto dei cieli. Oggi nella casa di Davide è nato un Salvatore”.
Gesù è questa dolcezza incommensurabile, soltanto a pronunciarne il nome, una dolcezza che inebria il cuore e trascina l’uomo alla propria fanciullezza, quando lo  sguardo era capace di vedere le cose belle e non riconosceva quelle cattive, quando le parole erano soltanto dolci e delicate, quando le mani erano capaci soltanto di accarezzare tutto ciò che era bello, quando i passi erano tentennanti, quando i  pensieri erano nella piena innocenza.

Ecco cosa significa ritornare ad essere fanciulli, ecco il senso del rinascere dall’alto. Ha il significato di attingere da Gesù fanciullo tutta l’obbedienza, l’innocenza, l’amore di cui abbiamo bisogno per il nostro progresso spirituale. Gesù che nasce nella povertà, nell’abbandono, un bimbo che non ha la gioia dei parenti vicino a se, soltanto quella di Giuseppe e Maria. 
Noi siamo vicini a questa mangiatoia?

Gesù vuole l’anelito del nostro cuore innamorato, lui che resta infreddolito dalle troppe indifferenze, dai troppi peccati degli uomini che gli strappano le vesti sin dalla culla e lo denudano della Sua regalità.
Siamo disposti a togliere la tunica delle nostre “ certezze “ per cederla a Lui? 

Non possiamo attendere che ce la chieda, non possiamo attendere che ci chieda amore per offrire il calore del nostro cuore. 
Ancora non conosciamo questo Amore, quando taluni lo evitano.
La domanda che mi distrugge la mente e il cuore è la seguente: Come si può ancora oggi respingere Gesù? Stiamo assistendo ad una grande apostasia! Tanto Amore, tanta sofferenza, possono sprecarsi inutilmente? Nessuna goccia di sangue fu sprecata, così nessun atto d’Amore da parte nostra verrà sottovalutato, o passerà inosservato davanti a Dio!

Doniamo in questo tempo a Gesù Cristo tutto ciò che Gli avremmo voluto donare, se fossimo entrati in quella stalla. Offriamogli il nostro cuore, non c’è dono più gradito, quanto di più prezioso possiamo custodire e donare. Oggi purtroppo troviamo tante mangiatoie vuote come tante Chiese, tanta gente che non vede più e che non gli importa di vedere!!

Prendiamo sotto braccio questi fratelli, li notiamo subito, portiamoli dal Medico, offriamogli tutto il nostro cuore. Siamo discepoli non mercanti, non commercialisti delle buone azioni, siamo parte di una gioia che non tutti sanno scorgere, siamo annunciatori di un evento che non è spettacolo come taluni fanno del Natale, ma mistero, come gli Ortodossi veri fanno da secoli, siamo testimoni delle salvezza e non venditori di panettoni.

Siamo degli innamorati che attendono lo Sposo. 
Profumiamoci, laviamo il nostro capo, mettiamo l’abito più bello, andiamo da Gesù che viene a noi, proviamo ad aprire le nostre braccia a Dio. Apriamo il nostro cuore a chi Egli c’invia diventando Gioia, Accoglienza ma principalmente Segno tangibile di quel profumo che solo l’Ortodossia sa dare tra le strade e quegli anfratti maleodoranti della nostra società.
Prepariamoci degnamente, facciamo di tutto per non apparire esteriormente grandi ma sobri, nella sobrietà è chi ha realmente a cuore Gesù e la Chiesa, sostiene di amarlo dona la più alta dimostrazione della propria religiosità e di essere veramente un uomo religioso.

Non sono i paramenti lussuosi, le chiese affrescate, i festeggiamenti, la politica dei numeri dei fedeli che vengono in Chiesa a scandire la Verità o che lo Spirito Santo sono presenti in questa o quella Comunità. Ma se due o tre sono riuniti nel Suo Nome e pregano.
Se non fosse così, allora Gesù sarebbe stato un fallito, ovvero il fallito sono proprio io che scrivo queste cose, perché Egli non apparì semmai nacque nella solitudine di una stalla, non ebbe paramenti lussuosi, non ebbe festeggiamenti ma solo i pastori che vennero ad Adorare, senza celebrazioni in sontuose o affrescate Chiese.

Forse abbiamo perso il Vero senso dell’Incarnazione e vogliamo adeguarci a questo mondo, che festeggia quanto più di sacro possa esserci, in maniera decisamente mondana per la voglia di apparire e non sentirsi meno degli altri, magari dimenticandoci che Natale è Amore e questa Caritas se non la si esercita prima dentro casa propria con i propri intimi, non potrà mai essere donata agli altri, perchè sarebbe solo la melodia di un cembalo stonato.
Non la si può esportare a tutti i costi facendone spettacolo agli altri, pur di dare altisonanza o apparire per ciò che poi nella realtà di tutti i giorni non si vive, costoro seppure sono uomini di Chiesa, hanno solo e soltanto un’unica filosofia di vita, quella dell’usa e getta.

Santo Natale a tutti gli Ortodossi da Padre Ambrogio

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