Amare






 E uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». 
Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro: «Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio?». Gli risposero: «Di Davide». Ed egli a loro: «Come mai allora Davide, sotto ispirazione, lo chiama Signore, dicendo: Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?». Nessuno era in grado di rispondergli nulla; e nessuno, da quel giorno in poi, osò interrogarlo.




Nel Nome del Padre, del Figlio e del Santo Spirito. 
Amìn.

L'Amore per Dio e per il prossimo è il più grande comandamento e credo anche la più grande virtù. 
Potrei considerarla la grande sfida che l'uomo odierno può rivolgere alla propria vita ma per ogni cristiano quale strumento è più idoneo per realizzarlo o viverla pienamente?

Certamente non è una strada semplice quella che conduce a questo traguardo e lo si costata dai rapporti che riusciamo ad avere con il "prossimo" nostro fratello.

Come dici di Amare Dio che non vedi, se non ami il fratello che vedi? Una osservazione acuta e sempre attualissima; è sufficiente ascoltare le notizie alla radio, vedere i telegiornali, leggere i rotocalchi dove politica e gossip riempiono gli spazi e da dove si evince una continua guerra, tra scandali e tentativi di detronizzazione per distruggere immagini umane, al cospetto dell'opinione pubblica, al solo fine di porsi su un trono sempre più  in alto. 
Potrei definirla come l'arte del cannibalismo mediatico, laddove pur di giungere al potere si è disposti a sbranare chiunque.

Di fatto amare Dio, può risultare agli occhi di molti, un sentimento consequenziale alla propria pratica di pietà, come l'andare in Chiesa la domenica. Tale atteggiamento viene ricondotto alla predisposizione dell'uomo nell'amare Dio e di conseguenza nell'avere Fede.
Ma la prova definitiva per cui si dimostra che l'Amore per Dio è veritiero, è posto nelle mani dell'uomo e solo a lui spetta darne dimostrazione. In questo Amore pertanto viene a porsi un terzo incomodo che si chiama " fratello", talvolta molto scomodo…

Amare qualcuno con il quale condividiamo molte cose della nostra vita, risulta estremamente semplice e non richiede particolare impegno.
Ma come superare l'ostacolo del nostro "prossimo", quando apparentemente nulla ci lega a lui, neppure la Fede? E' l'esempio di Cristo, il quale si è fatto tutto a tutti, che ci da la chiave di lettura per interpretare la volontà di Dio su noi, per spalancare la porta del nostro cuore al prossimo.

Il Signore Gesù Cristo è l'unico esempio tangibile, il Maestro spirituale al quale volgere lo sguardo; è il Suo insegnamento che diventa un Vangelo scomodo, prima con noi stessi e poi per chi ci osserva e ci giudica.
Torna pertanto alla mente quando i discepoli si scandalizzarono di Lui e, al pari molti potrebbero farlo con noi, per le nostre decisioni impopolari, volte al bene e all'Amore, che non è la strada percorsa dai molti.

Quei discepoli che dall'inizio lo avevano seguito, ad un certo punto si separarono da Lui, interpretando il suo agire e il suo dire come un discorso duro da ascoltare.
Anche questo accadrà a ciascuno di noi, quando inizieremo a pensare e ad agire contro-corrente, quando faremo del Vangelo una lampada per i nostri passi, quando il Verbo inizierà ad essere l'unica voce ascoltata e attualizzata nella nostra vita.

In quel preciso istante Gesù verrà da noi a chiederci, mi Ami tu più di loro? Allora Ama loro…!

Ci sentiamo preparati a questo o vogliamo continuare a sentirci degli inadeguati, cercando mille giustificazioni pur di proteggerci al cospetto di Dio. Non sia mai che il nostro volto in quell'istante s'incupisca e voltate le spalle a Lui, al pari del giovane ricco o dei suoi discepoli, andassimo via  dalla Sua presenza, senza dire nulla, in silenzio.

Amare certamente non è facile, comporta sacrificio interiore, lotta contro il nostro "io", il nostro orgoglio che morirà tre giorni dopo che noi saremo morti a questa vita. 

L'Amore è antagonista all'egoismo, esso è un dare tutto se stesso senza attendere nulla in cambio. Neppure è permesso dare strada alla delusione, allo scoraggiamento, perchè vuol dire allora che attendevi qualcosa in cambio, vuol dire che il tuo amore non era perfetto, aveva un secondo fine.

E' proprio questo che spesso ci rende parte della croce, quando ci sentiamo attratti da quel legno senz'anima come un pezzo di ferro da una calamita, facendoci partecipi del sacrificio di Cristo, che per puro Amore donò se stesso fino alla morte. 

Noi per nostra natura, facciamo di tutto per respingerla, perché essendo “ umani “ non riusciamo ad accettarla.
Seguire l'Amore di Gesù è un servizio quotidiano, chi vuol essere mio discepolo rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua dice il Signore. 

Ma seguire Gesù non è ricevere acclamazioni, teneri abbracci, riconoscimenti, consensi, lusinghe, platee di gente che ti ascolta, ma è vivere possibilmente l’isolamento che non è pazzia, per come qualche teologo moderno afferma, ma si fa intimità speciale con Dio per entrare nella Sua amicizia.

L'Amore non è servo di ciò, è schiavo di se stesso ed è in se stesso che trova il vero e profondo senso della propria schiavitù d'Amore.

Padre Ambrogio

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