Disperazione




La foto non è di proprietà dell'autore del presente scritto


Quante volte abbiamo sentito queste espressioni, se non le abbiamo vissute personalmente! 
“Sono disperato, non ce la faccio più a continuare. Il mondo mi crolla intorno e dentro, nulla sembra che possa riportare le cose al proprio posto”.
“In cosa ho sbagliato, in cosa ho mancato per meritare tutto questo male”?

Sono le comuni domande che ci si pone di fronte allo scoraggiamento che pervade tutto il nostro essere; tutto il nostro cuore sembra essere stretto in una corona di spine ed inizia a sanguinare, senza trovare chi ti abbracci e ti dia coraggio, un po’ di conforto.

Sembra proprio che la vita si diverta in quei momenti paradossali, facendoti incontrare persone nei momenti in cui non ne hai bisogno, mentre non le riesci a trovare quando te ne basterebbe soltanto una.
Ma il pensiero va lì dentro, a scavare nel problema, quasi una fossa e noi dentro con un piccone, sempre più a fondo, con la remota speranza di trovare la pergamena con scritta la soluzione al nostro affanno. 
Scendi talmente giù, che la luce del cielo non riesce più a penetrare nella buca del nostro cuore. 

Quanto possiamo vivere così, senz’aria, senza luce, senza la Pace nel cuore? 
Quanto dolore nel mondo, quanta solitudine, quanta indifferenza. 

Quante volte nei comportamenti o nei ragionamenti, riteniamo che le nostre vedute siano come sentenze, se poi pensiamo di essere sempre in buona fede in tutto ciò che facciamo. Spesso non comprendendo che gli altri, possono soffrire per le nostre azioni, anche se non vediamo il loro stato d'animo, perché ormai siamo abituati a guardare soltanto alle nostre necessità.

La sofferenza spirituale che porta via tutta la gioia di vivere all'uomo, sprofondandolo in quel tormento che si chiama depressione, esaurimento, che poi sfocia nell'inaccettazione della persona, ricercando modelli umani che geneticamente sono per il singolo il traguardo della propria vita o il sogno da raggiungere, anche per le mani di un chirurgo.

Molte volte le nostre disperazioni sono le conseguenze di un qualcosa che vogliamo a tutti i costi: successo, soldi, case, auto, moto ed altro, che certamente sono utili in questo mondo, ma che devono assumere una dimensione secondaria.
Da questo ne deduciamo che la sofferenza non diventa più un qualcosa di accidentale nel nostro cammino quotidiano, ma un dispiacere che volutamente abbiamo ricercato con i nostri ideali inculcati dal Mondo, che è il primo nemico dello Spirito.

Diverse sono quelle sofferenze che acquisiamo dalle avversità della vita!
La soluzione a tutto questo è sempre una, Gesù Cristo, il Figlio di Dio!
Se vogliamo uscirne fuori o superare le nostre difficoltà, non saranno le mie parole o quelle di qualsiasi altro uomo a potere risolvere nulla. Potranno far breccia e portare ristoro in quell'istante, ma tornati alla quotidianità, la ferita tornerà a sanguinare non appena qualcosa o qualcuno ci riporterà alla fonte del dolore.

Un cammino di conversione verso Dio, potrà trasformarci e trasformare gli altri che lungo il nostro cammino potremo incontrare.  
Sono certo che soltanto la scoperta di questo Amore trascendente, potrà portarci a questa gioia smarrita, a quel contatto umano e soprannaturale che ci dona la speranza di continuare, verso quell'amore che c'irradia e riscalda, per saper sorridere anche quando vorremmo piangere o peggio, dire basta alla vita.

Il calore, la luce, un sorriso, può operare miracoli oggi nel nostro mondo sommerso e in quello che calpestiamo giorno dopo giorno. Gesù ci chiama a testimoniare il Suo Amore che abbiamo scoperto nella nostra vita, quando incontreremo coloro che stanno vivendo oggi il dolore che fu il nostro. 

L'Amico di Dio, non è colui che corre e vince da solo, ma è colui che correndo si accorge di essere andato troppo avanti rispetto gli altri suoi compagni di viaggio, si ferma ed attende che lo raggiungano, perchè insieme, tutti, possano imparare a correre e giungere al traguardo della vita.

Padre Ambrogio

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