Il pericolo maggiore



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Il maggior pericolo per l'uomo d’oggi, potrebbe essere cercare di far dire a Dio ciò che Egli non ha mai detto. La parola dell’uomo in questo caso la si metterebbe in bocca all'Eterno, affinchè la nostra idea diventi quella di Sua.
 
Certamente nel corso degli anni, conoscendo le Sacre Scritture, sappiamo bene  come Dio la pensi in ordine ai mille problemi dell'esistenza odierna, nel campo teologico, relazionale o bioetico.
La Sacra Scrittura ci ammonisce dolcemente, alcune volte anche con toni abbastanza forti, suggerendo come affrontare il nostro cammino in questa esperienza umana. Ma è più forte dell'uomo, volersi fare l'ultimo non tanto per spirito di umiltà, ma per sentenziare l'ultima parola facendola divenire inderogabile.
 
Conosciamo poco degli eventi del nostro futuro e, scaviamo all'interno del nostro intimo alla ricerca di un benchè minimo suggerimento, che possa dirci come potrebbero andare le cose o come potremmo affrontare un determinato problema, ma mai ci rivolgiamo a Dio.
Lui si è sempre manifestato nel momento opportuno, con fatti, segni, profeti, ma l'uomo ha continuato il proprio viaggio nell’incredulità. Oggi noi conosciamo tutta la Rivelazione, ma continuiamo  a non voler comprendere alla luce della Sacra Scrittura la Sua Volontà nei confronti dell’uomo. 

Possiamo leggere la Bibbia e rimanerne affascinati, ma spesso non riusciamo ad attualizzarla, a renderla viva per mezzo delle opere, non tanto per la difficoltà da realizzare per quanto è scritto, ma perchè non sappiamo nel nostro cuore se crederci fino in fondo. Non riusciamo a distaccarci dal nostro stupido orgoglio di essere razionalisti a tutti i costi; non sappiamo distaccarci da tutte quelle false certezze che il mondo o che la nostra esperienza terrena ci ha dato e continua a darci.
 
Chi vi riesce in questo distacco è spesso tacciato come sognatore, credulone o insensato. L’insegnamento spirituale, Dio lo concede non perchè venga discusso o meglio rielaborato secondo le esigenze e i comandi dell'era contemporanea, ma perchè venga accolto con Amore e attuato nella Fede con tutta la disponibilità dell'essere, che non guarda e non si chiede, ma che Ama soltanto ad immagine di Chi lo ha Amato sin dall'eternità.
 
Se conduco la mia vita in un fare spasmotico che mi porta alla ricerca di me stesso, il messaggio di Dio non è penetrato in me. Se non conduco la mia vita in una contemplazione di quanto Dio mi comunica da sempre, per mezzo della sua Parola e per mezzo dei miei fratelli, dono immenso del Suo Amore, allora sono ancora sordo a questo messaggio.
Posso inebriarmi con il profumo del paradiso, ma se questo profumo non lo porto all'interno di quella stanza, dove Gesù ha detto di chiudere la porta per pregare nel segreto il Padre che è nei Cieli, allora il profumo della Parola di Dio resta soltanto nel campo, dove l’ho trovato e mi illudo di averlo in me.
 
Questo profumo dell'Amore, siamo chiamati a trasferirlo per le strade delle nostre città  maleodoranti di ogni genere di peccato. In ognuna di esse, possiamo incontrare Gesù che passa tra la folla ma nessuno si cura di Lui e si fa da parte, perchè è più facile rinnegarlo che abbracciarlo.
Sì, ogni fratello, ogni icona di Gesù può attraversarci la strada, può rivolgerci la parola, può stendere la sua mano trovandoci infastiditi, perchè quella presenza ci ha distratti da un pensiero, dal tempo che abbiamo sprecato nel rallentare il nostro passo verso un obbiettivo che ci eravamo prefissati. 
 
Tutto può infastidirci da ciò che non ci è gradito.
 
Questo il nostro puro egoismo, cercare di portare a termine “ le nostre cose “ senza che l’interferire altrui, distolga i nostri progetti.
Gesù continua a camminare sulle nostre strade e nessuno lo riconosce, forse nessuno lo vuole riconoscere.  Lui che si è rivestito dell'umanità di ogni Figlio, che nel bisogno tende una mano al suo consimile, sperando inesorabilmente che l'altro gli si faccia prossimo.
Questo travestimento l'ha voluto non per godere delle nostre cadute, ma perchè non sapessimo fare distinzione tra Lui e il fratello, perchè sapessimo davvero mettere in pratica la legge dell’Amore verso il prossimo, perchè sapessimo convogliare il dire con il fare, dove senza tutto questo, ogni buona azione è un'opera monca.
 
Possiamo leggere negli avvenimenti odierni del mondo questa solidarietà, questo stare vicini, questa ricerca della Verità?
Ovvero ci si è fermati alla croce, con Gesù in perenne agonia, lasciando ad un partito politico, un governo o un esercito il promettere la resurrezione, giurando di seguirlo?
 
Il momento è tragico, gli eventi non hanno toni apocalittici, ma sono segni dell’apocalitticità e del rinnegamento dell’uomo verso Dio. E’ questo il termometro del nostro vivere e del terrorismo che oggi viviamo.
Questa tragedia, è il destino inesorabile di ogni uomo quando vuol far da se, quando ripone Dio in una stanza e copre ogni Grazia con un lenzuolo, chiude la porta e butta via la chiave, facendo della propria anima la stanza degli spettri.
 
Verrà il giorno che si forzerà quella porta e, spero che avvenga il più presto possibile, per rispolverare ogni cosa e riportare alla Luce le cose vere e sante, per condividere tutti la gioia non effimera di questa esistenza, nel riporre ogni fiducia ed ogni speranza in Dio, certi di essere esauditi.
La nostra salvezza non verrà mai da un uomo, ma soltanto da Dio! 

Sino a quando non impareremo ad amarLo con tutto il nostro cuore, continueremo a non permettere che Gesù Cristo, il Figlio di Dio risorga nei cuori degli uomini più ostili, perchè la Salvezza diventi un bene per tutta l'umanità.
E' giunto il momento d'intensificare la nostra preghiera, perchè questo si realizzi.

Padre Ambrogio

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